Scuola-lavoro, un’intesa tra Reggia e Diaz per studenti-guide

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CASERTA – Quando il territorio funziona, ovvero quando a capo delle istituzioni ci sono gli uomini giusti c’è per tutti un’occasione per crescere e, se da una parte c’è un preside e dall’altra un manager dello Stato vi è un’opportunità preziosa per i ragazzi. È quello che si è verificato con la stipula della convezione Reggia di Caserta – liceo Diaz che il direttore del monumento, il dott. Mauro Felicori, e il preside Luigi Suppa, dirigente del Liceo Scientifico Diaz, hanno firmato per la realizzazione di un percorso di “alternanza scuola – lavoro” relativamente all’aspetto paesaggistico e ambientale del patrimonio culturale del complesso vanvitelliano che, non solo in quanto patrimonio UNESCO, ma soprattutto, storia e identità del territorio, si presta ad essere il luogo di una Educazione al Patrimonio.

Un percorso che si articola in momenti di conoscenza storico-architettonica e ambientale, in cui concorrono diverse discipline, e una fase di lavoro, circa 60 ore di impegno per i ragazzi delle terze che, divisi in 4 gruppi, da 30 alunni ciascuno, saranno guide per 4 aree del Parco della Reggia così suddivise 1) Bosco Vecchio (Castelluccia, Ex Convento dei Passionisti e Peschiera); 2) Bosco Vecchio (Alberi monumentali e radure); 3) Giardino della Flora; 4) L’Acquedotto Carolino dalla “Via d’Acqua al Torrione”.

Tutor delle attività di questa esaltante esperienza “Alternanza Scuola Lavoro” saranno, per il Liceo Diaz, la docente Prof.ssa Immacolata D’Angelo, referente del dipartimento di scienze, mentre per la Reggia opereranno alla formazione degli alunni i tecnici dott.ssa Addolorata Ines Peduto per il Parco verde storico e l’ing. Domenico Vallone, referente Acquedotto Carolino, e per la Reggia , il Geom. Leonardo Ancona dello staff tecnico e responsabile della didattica.
La chiave di lettura del progetto conduce ad un sentimento del territorio, all’appartenenza e all’amore per le proprie origini. “Non ci può essere una Buona Scuola – ha dichiarato la dott.ssa Peduto – senza conoscenza del territorio in cui si vive ecco perché il progetto “Passeggiate Reali nel Parco della Reggia”.
Nel coordinamento la prof Immacolata D’Angelo sarà affiancata dalla funzione strumentale Angela Ciaramella e i gruppi di studenti saranno guidati anche dai docenti del Dipartimento di Storia dell’Arte.
“Un’iniziativa di cui sono fiero – ha dichiarato il Dirigente Luigi Suppa – la sinergia attivata garantirà ai ragazzi un percorso formativo a 360 gradi. La cittadinanza, che è un impegno educativo ed un fine del Diaz, si fonda sull’appartenenza consapevole che va ,poi , declinata nelle conoscenze e nella maturazione delle competenze. Con Mauro Felicori e con i sui collaboratori – ha concluso Suppa – c’è stata subito comunità di intenti e sono certo che i nostri alunni porteranno a termine un’esperienza altamente formativa per la loro crescita”. 

Alla mattinata inaugurale del progetto “Passeggiate Reali” presenti anche il Gen. E. Rubino presidente Ass. Arma Aeronautica, il Col.D. Petrillo, il Col. Casapulla, vicepresidenti, il Luogotenente B. Boncimino dell’ufficio di Presidenza anche loro parte di una sinergia del territorio e reduci, con gli alunni del Diaz, dalla ripetizione dell’esperimento di Eratostene annunciato dallo stesso dott Mauro Felicori e realizzato il 21 marzo nel Parco della Reggia con gli alunni del Diaz. “Siamo veramente orgogliosi di questo legame scientifico con il Diaz diretto magistralmente dal Dirigente Scolastico Ing Luigi Suppa – ha dichiarato il col Petrillo- e gli alunni sono coinvolti con competenza e preparazione alle attività sperimentali che realizziamo con la prof D’Angelo. Sono oramai anni che operiamo con gli alunni del Diaz e i risultati sono veramente lusinghieri”.

 

LO STORICO ISAIA SALES AL DIAZ

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Radiografia della mafia
da Sciascia a Sales
E’ sbagliato credere
che sia sempre esistita

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di Stefania Modestino
“Se cercate la malattia mafia, dovete curare il cuore dello Stato” affermava Sciascia ben quaranta anni fa, e lo avevano sostenuto Falcone e Borsellino, ma molte volte esiste una volontà di distorcere le cose e si generano fraintendimenti che non favoriscono – certamente – la comprensione ed anche il contrasto di dinamiche tanto pervasive quanto pericolose.
In linea con l’idea sciasciana, “Storia dell’Italia mafiosa”, il libro di Isaia Sales, storico e studioso delle problematiche connesse alla questione meridionale e al Sud, raccoglie un vero e proprio “riesame” della storia fornendo al lettore nuove chiavi di lettura del presente sulla scorta di eventi storici risalenti all’Unità d’Italia e, poi, al dopoguerra. Un libro destinato a capovolgere l’idea delle mafie e della loro genesi nonché della loro evoluzione che, come spiega Sales, affianca quella del potere economico- in primis- e politico, ma non nel Sud bensì si interseca con tutta la storia italiana negli ultimi duecento anni.
“Guardare al presente come storia” è l’incipit del libro che racconta, con una vicinanza straordinaria a Sciascia, come la storia delle mafie sia inseparabile dalla storia d’Italia e lo fa conducendo il lettore attraverso un’analisi lucida ed una narrazione fluida e avvincente. Ma, soprattutto, è una lettura che ci riporta alla serietà di Leonardo Sciascia poiché affronta con la stessa onestà concettuale la ricostruzione di fatti spesso distorti dai media e da alcuni testi.
Nessun folklore, quindi, ma una narrazione scientifica che sa attraversare atti dei processi, fatti, situazioni politiche e sa, altresì, smontare quei teoremi che vogliono identificare mafie e sud. Non è così ed è lo stesso Isaia Sales a sfatare molte delle suggestioni che hanno impedito ed impediscono di comprendere il fenomeno fino in fondo.
L’elemento fondamentale è non credere che la mafia sia sempre esistita, al contrario va collocata in un preciso momento storico quando – circa due secoli fa – tramonta definitivamente il potere feudale. Sales segue, come Sciascia la tesi dello storico inglese Eric Hobsbawm: che individua con il passaggio del potere ai baroni le prime relazioni che dettero inizio al fenomeno mafioso. Poi la mafia si è nutrita di quelle relazioni con le classi dirigenti che ne hanno consentito lo sviluppo in cambio di sostegno politico. Un intreccio di potere e di poteri finalizzato alla crescita dei gruppi malavitosi, un’economia occulta, ma anche emergente se si considerano gli enormi flussi di liquidità che- a livello internazionale- hanno giocato un ruolo importantissimo nella crisi dell’economia mondiale. Tanto in questa Storia dell’Italia mafiosa, tante cose per chiarire e da conoscere, meccanismi e dinamiche del potere che, ancora oggi, condizionano il nostro Paese. Una realtà che deve essere studiata sotto la lente della storia e che deve essere conosciuta in modo consapevole dai più giovani.
Per questo motivo, la prof. Virginia Iorio Greco (
nella foto con lo storico Isaia Sales) ha voluto – come responsabile del Dipartimento di Lettere del Diaz – proporre agli alunni un percorso di lettura per offrire una preziosa occasione di confronto con il prof Isaia Sales che incontrerà i suoi giovani lettori del Liceo Diaz nel mese di febbraio. La conoscenza del passato se condotta in modo consapevole non solo ci offre una lettura più puntuale del presente, ma ci fa anche sperare che la mafia e le mafie come sono nate in determinate condizioni storiche e si sono rafforzate in altri sino ai nostri giorni, nello stesso modo, con la volontà di spezzare parecchie equazioni , può anche morire. Tutto ciò che inizia può finire… e qui ci allontaniamo da quell’amaro pessimismo sciasciano che pensava all’irredimibilità.

Al Diaz il prof Puoti del CIRN per la settimana mondiale del cervello

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Settimana mondiale del cervello, il Cirn al Diaz

 

lezione-cirnCASERTA – Il 14 marzo gli studenti del liceo Diaz hanno avuto l’opportunità di conoscere le attività del CIRN nell’ambito dell’educazione alla Salute coordinata dalla prof Maria Arena, sul tema “Sviluppo e declino, fisiologico e patologico, delle funzioni nervose”, lezione-conferenza tenuta dal prof Gianfranco Puoti, neurologo.

Una lezione illuminante ricca di documentazioni fotografiche e scientifiche sui riscontri anatomo-patologici del cervello che ha chiarito molti fraintesi derivanti da luoghi comuni.
La conoscenza del funzionamento del cervello illustrata così puntualmente dal prof Puoti – ha dichiarato la prof Arena- oltre ad avere una ricaduta didattica per l’approfondimento di alcuni aspetti dello studio della biologia, apre una serie di riflessioni sull’uso di sostanze che, erroneamente, vengono ritenute non pericolose
Infatti, in uno dei passaggi della sua lezione, il neurologo Puoti ha spiegato gli effetti delle droghe e della combinazione di queste con l’alcool sul cervello “ Dovete pensare ragazzi che è una questione di chimica, se interveniamo chimicamente sul cervello difficilmente riusciamo a gestirne gli effetti. La chimica può essere devastante e può giocare ruoli determinanti nell’insorgenza di schizofrenie.”
Interessante l’osservazione e l’analisi sulle documentazioni fotografiche di reperti anatomici di cervelli malati,invecchiati, colpiti da alzheimer o da demenza senile di cui il prof Puoti ha illustrato come siano intervenute modificazioni anatomiche del talamo e dell’ipotalamo “ il talamo è una sorta di centralino che flitra i segnali , più di 100 al secondo che arrivano al cervello attraverso i recettori, decidendo quali siano i più importanti, mentre l’ipotalamo è la sede della memoria e delle emozioni… le patologie modificano anche l’aspetto della massa cerebrale che con alterate funzionalità cambia la morfologia”
Si apre così una bella settimana scientifica al liceo Diaz che , nonostante l’incidente della bomba carta e il guasto al riscaldamento, con i suoi studenti che hanno dimostrato appartenenza e responsabilità , si avvia bene armato alle Olimpiadi della Chimica “ Noi continuiamo a fare il nostro dovere in ogni situazione- ha affermato la prof Arena- impegnandoci per il meglio e, al di là del bluff e delle cose inutili che sembrano piacere tanto-ha concluso la docente-i nostri alunni sono sempre i primi, nelle gare e nella vita “

SANTE ROPERTO AL LICEO DIAZ

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Con il suo ultimo libro Roperto è tornato al liceo Diaz

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CASERTA – Al Diaz un ritorno particolare: Sante Roperto, ex alunno, professore di Medicina Veterinaria alla Federico II, giornalista scientifico e scrittore, è venuto a parlare del suo libro “La notte in cui gli animali parlano” un romanzo che riesce a raccontare l’appartenenza come sentimento, le origini come radici , la vita di un nonno e di un nipote in parallelo e l’amore, quello granitico del nonno e la dimensione precaria dell’amore nella generazione del nipote.
Ed è proprio sull’appartenenza e sui luoghi della mente che l’autore ha rievocato il “suo” Diaz “ Sono emozionato a tornare qui, dopo tanti anni sono tra voi ragazzi e non potete immaginare quante volte , anche con Roberto Saviano, abbiamo ripensato alle nostre occupazioni, alle notti trascorse qui, ai nostri professori e a quante cose ci abbia dato questo liceo!” Ed ha ricordato anche Pietro Tarricone storico rappresentante di Istituto.
“ Un racconto che coinvolge per la sua immediatezza , fluido nella narrazione riesce ad accostare e a coniugare diversi mondi,- così ha introdotto l’analisi del testo la prof Virginia Iorio responsabile del Dipartimento di lettere- Conflenti, il paesino della Calabria e le mete metropolitane delle successive generazioni, la guerra vissuta dal nonno e le sue occasioni mancate e, in parallelo, la storia del nipote e di una storia di amore perduto a cui fa da sfondo l’amore granitico dei nonni”
La notte in cui gli animali parlano che allude alla leggenda calabrese dell’Epifania, notte in cui si racconta gli animali parlano , per raccontare l’epifania della vita, le stagioni dell’esistenza, gli affetti dell’infanzia la grande passione di Matteo e Claudia che si ritrovano a Conflenti durante la festa della Madonna e la loro vecchia storia d’amore rivive sullo sfondo di un emozionante ritorno alle origini, mentre Alessandro vive nel ricordo di un amore non vissuto. Rimpianti e nostalgie, amori non vissuti e sullo sfondo le secolari tradizioni contadine.
La tradizione e il paese delle radici come certezza e come luogo dell’anima, posto in cui è possibile rifugiarsi per curare le ferite… quelle della guerra del nonno e quelle d’amore dei giovani.
Un amore che si moltiplica nella famiglia, nello sguardo perduto, nelle occasioni mancate e che corre nelle viuzze di un paesino che è come la radice di una grande quercia , la radice della famiglia.
Un romanzo che offre tanti spunti di riflessione sulla diversità delle generazioni dal dopoguerra agli anni 80 e che fonda il valore dell’appartenenza sugli affetti non solo delle persone, ma anche dei luoghi che sono amati, riconosciuti e rivissuti nel profondo dell’anima.