Radiografia della mafia
da Sciascia a Sales
E’ sbagliato credere
che sia sempre esistita
di Stefania Modestino
“Se cercate la malattia mafia, dovete curare il cuore dello Stato” affermava Sciascia ben quaranta anni fa, e lo avevano sostenuto Falcone e Borsellino, ma molte volte esiste una volontà di distorcere le cose e si generano fraintendimenti che non favoriscono – certamente – la comprensione ed anche il contrasto di dinamiche tanto pervasive quanto pericolose.
In linea con l’idea sciasciana, “Storia dell’Italia mafiosa”, il libro di Isaia Sales, storico e studioso delle problematiche connesse alla questione meridionale e al Sud, raccoglie un vero e proprio “riesame” della storia fornendo al lettore nuove chiavi di lettura del presente sulla scorta di eventi storici risalenti all’Unità d’Italia e, poi, al dopoguerra. Un libro destinato a capovolgere l’idea delle mafie e della loro genesi nonché della loro evoluzione che, come spiega Sales, affianca quella del potere economico- in primis- e politico, ma non nel Sud bensì si interseca con tutta la storia italiana negli ultimi duecento anni.
“Guardare al presente come storia” è l’incipit del libro che racconta, con una vicinanza straordinaria a Sciascia, come la storia delle mafie sia inseparabile dalla storia d’Italia e lo fa conducendo il lettore attraverso un’analisi lucida ed una narrazione fluida e avvincente. Ma, soprattutto, è una lettura che ci riporta alla serietà di Leonardo Sciascia poiché affronta con la stessa onestà concettuale la ricostruzione di fatti spesso distorti dai media e da alcuni testi.
Nessun folklore, quindi, ma una narrazione scientifica che sa attraversare atti dei processi, fatti, situazioni politiche e sa, altresì, smontare quei teoremi che vogliono identificare mafie e sud. Non è così ed è lo stesso Isaia Sales a sfatare molte delle suggestioni che hanno impedito ed impediscono di comprendere il fenomeno fino in fondo.
L’elemento fondamentale è non credere che la mafia sia sempre esistita, al contrario va collocata in un preciso momento storico quando – circa due secoli fa – tramonta definitivamente il potere feudale. Sales segue, come Sciascia la tesi dello storico inglese Eric Hobsbawm: che individua con il passaggio del potere ai baroni le prime relazioni che dettero inizio al fenomeno mafioso. Poi la mafia si è nutrita di quelle relazioni con le classi dirigenti che ne hanno consentito lo sviluppo in cambio di sostegno politico. Un intreccio di potere e di poteri finalizzato alla crescita dei gruppi malavitosi, un’economia occulta, ma anche emergente se si considerano gli enormi flussi di liquidità che- a livello internazionale- hanno giocato un ruolo importantissimo nella crisi dell’economia mondiale. Tanto in questa Storia dell’Italia mafiosa, tante cose per chiarire e da conoscere, meccanismi e dinamiche del potere che, ancora oggi, condizionano il nostro Paese. Una realtà che deve essere studiata sotto la lente della storia e che deve essere conosciuta in modo consapevole dai più giovani.
Per questo motivo, la prof. Virginia Iorio Greco (nella foto con lo storico Isaia Sales) ha voluto – come responsabile del Dipartimento di Lettere del Diaz – proporre agli alunni un percorso di lettura per offrire una preziosa occasione di confronto con il prof Isaia Sales che incontrerà i suoi giovani lettori del Liceo Diaz nel mese di febbraio. La conoscenza del passato se condotta in modo consapevole non solo ci offre una lettura più puntuale del presente, ma ci fa anche sperare che la mafia e le mafie come sono nate in determinate condizioni storiche e si sono rafforzate in altri sino ai nostri giorni, nello stesso modo, con la volontà di spezzare parecchie equazioni , può anche morire. Tutto ciò che inizia può finire… e qui ci allontaniamo da quell’amaro pessimismo sciasciano che pensava all’irredimibilità.