LA SCIENZA NARRATA

 

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Si è concluso il Concorso “La scienza narrata”, concorso di scrittura creativa per studenti delle scuole superiori a cui si è chiesto di comprendere la scienza come qualcosa di così vicino alle loro vite, da poterne parlare in un racconto, al pari dell’amore o dei problemi adolescenziali.

Il Concorso, giunto alla sua 9° edizione, è una sezione del Premio Letterario Merck, evento assolutamente unico nel panorama culturale italiano ed internazionale dedicato a saggi e romanzi, pubblicati in italiano, che sviluppino un confronto ed un intreccio tra scienza e letteratura.

Hanno partecipato 300 alunni provenienti da diverse scuole. In una prima selezione sono stati scelti 24 finalisti di cui due appartenenti al nostro Liceo Filippo Izzo 3I e Nicoletta Sardo 2I. Di questi, tre racconti, ritenuti migliori da un’apposita giuria, sono stati poi premiati nel corso della serata conclusiva del 13° Premio Letterario Merck che si è tenuta martedì 14 luglio a Roma, a Villa Miani, elegante edificio neoclassico sulla Collina di Monte Mario, alla presenza dell’eccellenza del mondo scientifico e letterario italiano.

La Giuria del Concorso, ha inoltre conferito Menzioni d’onore ad alcuni degli studenti finalisti, i quali, con i loro racconti, si sono particolarmente distinti nel promuovere e diffondere la conoscenza scientifica. Una Menzione è stata conferita alla 4° classificata Nicoletta Sardo della 2I del Liceo Scientifico A. Diaz, con il racconto “Quello che la Disney nasconde…”

Una bellissima e gratificante esperienza, questa vissuta dalla quindicenne Nicoletta, scelta da una giuria di scienziati e ricercatori, che le ha dato anche l’opportunità di incontrare personaggi come Piergiorgio Odifreddi e Nicola Piovani, musicista e compositore autore di colonne sonore di film da Oscar a cui è stato assegnato un Premio speciale, per la suite orchestrale ‘Epta’. La suite è frutto di un esperimento fra note musicali e numeri aritmetici, che Piovani ha elaborato insieme a Piergiorgio  Odifreddi, ispirata al numero sette, al suo fascino nella tradizione poetica, mitologica, biblica e nella matematica antica e contemporanea.

Complimenti Nicoletta!!

Complimenti anche alle docenti che l’hanno sostenuta: Prof.ssa Immacolata D’Angelo, Referente del Progetto e Prof.ssa Giuseppina Di Ture, sua docente di Scienze e soprattutto complimenti al Liceo Diaz che, come sempre, offre ai suoi alunni significative esperienze culturali e di vita.

Ecco il racconto

QUELLO CHE LA DISNEY NASCONDE…

“Uno non può pensare bene, amare bene,

dormire bene, se non ha mangiato bene”

Virginia Woolf

Tutte le bambine, compresa me, hanno sempre sognato di vivere una storia come (quasi tutte) quelle

narrate dalla Disney con l’immancabile lieto fine, dopo le peripezie affrontate con coraggio e

l’antagonista sconfitto. Tra quelle più conosciute ricordiamo:

– Biancaneve che, dopo aver dato un morso alla fatale mela rossa, aveva ricevuto il bacio del

principe azzurro che l’aveva resuscitata, così che insieme potessero vivere felici e contenti;

– Cenerentola che, scendendo in fretta le scale, poiché allo scoccare della mezzanotte sarebbe

svanito l’incantesimo, perse la provvidenziale scarpetta di cristallo, grazie alla quale il

principe riuscì a rintracciarla: così si sposarono e insieme vissero, anche loro, felici e

contenti;

– Aurora, che conosciamo come “la bella addormentata” perché, dopo essersi punta con il

fuso dell’arcolaio incantato da Malefica, cadde in un sonno che sarebbe durato a lungo se

non ci fosse stato il bacio del vero amore stampatole sulle labbra dal principe, con il quale

visse anch’essa felice e contenta;

Insomma, il finale è sempre lo stesso, anche per Ariel, Belle e quasi tutte le principesse. Ma io, che

faccio parte di questo mondo, vi posso assicurare che la Disney non rivela tutto, sia perché offre ai

bambini ciò che vogliono vedere, sia perché sono fiabe e, dopo tante vicissitudini affrontate, si

spera che il seguito proceda senza ostacoli, ma non è così…!

Salve a tutti, sono la principessa Nadia e scommetto che molte delle persone che stanno ascoltando

non mi conosca, eppure anch’io sono stata protagonista di un cartone animato e perché possiate

constatare che le mie parole siano vere, potete anche dare un’occhiata alla celebre filmografia della

Walt Disney Company! Il film, però, non ebbe successo; la mia vita non era così interessante come

quella delle mie colleghe così come non lo ero io: ragazza formosetta, con qualche brufolo sulla

fronte e grande interesse per le scienze. Pensavo di essere un fallimento di principessa e che presto

mi sarei ritirata in solitudine su un cocuzzolo di montagna, ma riacquistai la mia autostima quando

la compagnia cinematografica si accorse della mia essenzialità. Ora vi spiego perché…

14 giugno dell’anno ****

TOC TOC… TOC TOC…

“Ma chi è che bussa a quest’ora del mattino?” contestai con la bocca ancora impastata dal sonno e

con una tazza di caffè fumante in una mano, mentre con l’altra andai ad aprire alla porta.

“Buongiorno signorina Nadia. Possiamo entrare?”

Riconobbi subito i due uomini in abito gessato che attendevano davanti all’uscio e li maledissi per

non avermi avvisata nel tempo debito in cui avrei potuto darmi un certo contegno. Poi pensai che,

se erano lì, c’era possibilità di un nuovo impiego, così mi scostai per fare loro spazio: “Prego,

entrate pure”.

Sicuri di sé, si diressero in sala da pranzo come se conoscessero ogni andito del palazzo,

poggiarono le loro ventiquattr’ore sul tavolo e attesero che mi sedessi anch’io, quasi fossi l’ospite.

“Principessa, abbiamo bisogno del suo aiuto”. “Che??Il mio aiuto?”. “Biancaneve, Cenerentola,

Ariel, Aurora, non sono più le stesse dal matrimonio. Sa bene come la vita di palazzo possa

sembrare spensierata agli occhi esterni quanto sia faticosa realmente” iniziò il primo con una voce

che tradì la sua compostezza.

“Esatto! La tabella di marcia è rigidissima: lezioni di galateo, equilibrio, portamento, dizione e

tanto altro che non lasciano alle principesse un attimo di svago” proseguì il secondo.

Non comprendendo, un po’ per il sonno, un po’ per la loro vaghezza, dove volessero andare a parare,

domandai : “Ok,ma io in cosa posso esservi utile?”

Fu così che mi ritrovai a fare un tour per i vari castelli dove mi resi conto che i due non stavano

mentendo e che tutte le principesse erano stanche, pallide e smagrite più di quanto già fossero.

Collegando vari episodi che ancora erano disconnessi nella mia testa giunsi ad una consapevolezza

terrificante: avrei dovuto sconfiggere un male molto più grande di tutte le streghe, le mele

avvelenate, i fusi e i draghi dei film!

Chiesi così ai due rappresentanti di convocare una riunione con le altre in modo da poter discutere

di ciò. Nella sala si era levato un gran brusio riguardo il tema dell’incontro: “Forse a distanza di

anni ci vogliono tutte insieme in uno stesso film come hanno fatto per gli Avengers?” avanzò

Biancaneve.

“Wow Bibi sarebbe fantastico. Potrebbe intitolarsi: The Disney princesses” propose Cenerentola.

“Che fantasia, Cene’!” la troncò un po’ acida Aurora, per gli effetti collaterali dati dal lungo

sonno.

Decisi di intervenire prima che il diverbio si trasformasse in accapigliamento. Quando mi videro,

tacquero e arrossirono perché probabilmente non si aspettavano di vedermi dopo il mio clamoroso

insuccesso. Erano e sono così buone che non sapevano nemmeno cosa dire per evitare di ferirmi,

così cominciai io: “Ciao ragazze, come va? È da tanto che non ci si vede”.

Così si ruppe il ghiaccio che il tempo aveva creato e, dopo i convenevoli, spiegai il motivo della

mia presenza: “Sono qui perché ho notato che i reami, di cui siamo le principesse, stanno andando

lentamente a rotoli a causa di un nemico, il peggiore di tutti, che inconsapevolmente sta prendendo

piede anche nelle vostre menti”.

Come è ovvio, non fu facile per loro intuire di che tipo fosse il male, proprio perché quest’ultimo fa

in modo che tu non te ne renda conto, nonostante tutti gli altri continuino a ribadirne l’esistenza.

“Si chiama DCA, ossia disturbo del comportamento alimentare. È presente in diverse forme:

anoressia e bulimia nervose, disturbo da alimentazione incontrollata, obesità, picacismo. I nostri

sudditi tendono ad emularci, a prenderci come esempio, ecco perché noi dobbiamo essere fautrici

di quel cambiamento che permetterà ai nostri regni di risollevarsi e di distruggere il DCA. Vi siete

viste allo specchio? Siete deperite, fragili, irritabili, non avete nemmeno più la forza di regnare!

Dovete capire prima di tutto voi e poi trasmettere agli altri che non c’è bisogno che un numero

sulla bilancia caratterizzi l’andamento della vostra giornata. È tutto nella vostra testa, dipende da

voi!”.

Mettendo in faccia alle principesse la realtà che il DCA aveva offuscato e facendo leva sul loro

senso di dovere e amore verso il proprio regno, le convinsi a farsi aiutare da me.

Per la prima volta sentii che quella diversità che mi caratterizzava avrebbe potuto essere di grande

beneficio per gli altri. “Che bello sentirsi utile!”, ricordo di aver pensato.

Assistetti ad un momento tragicomico quando le ragazze si accomodarono in modo goffo sulle sedie

poggiando sulle gambe i block notes per prendere qualche appunto dalla mia lezione improvvisata:

“Sapete bene, anche se lo avete dimenticato, che il corpo ha bisogno di energia per compiere

qualsiasi attività (muoversi, correre, studiare, leggere, stare in equilibrio con pile di libri sul capo,

regnare,…). Ovviamente esso trae l’energia dagli alimenti che assume, da molecole, atomi e ioni,

per rinnovare le cellule e i tessuti e per regolare lo svolgimento delle sue varie funzioni.”

“Un secondo, per rinnovare cosa? Molecole? Atomi? Ioni?” Ariel mi chiese spiegazioni. Mi

trattenni dall’alzare gli occhi al cielo.

Sarebbe stato un pomeriggio molto lungo…

Mentre elencavo loro i vari sintomi e gli effetti derivanti del DCA, mi accorsi dai loro occhi che le

mie parole le stavano ridestando dal brutto incubo in cui la malattia le aveva intrappolate…

“… Detto ciò, dobbiamo fondare centri specializzati che offrano sostegno a chi soffre di questo

disturbo, permettere a tutti di riacquistare autostima, fiducia, combattere l’immagine distorta che si

ha di se stessi. C’è bisogno di una mobilitazione comune affinché si faccia luce su ciò che è

oggettivamente giusto o sbagliato: basta modelle spigolose, basta persone private della loro vita

perché troppo in carne per poter correre, camminare, muoversi. Io propongo una riforma, la

chiameremo RI-EDUCAZIONE ALIMENTARE: faremo entrar tutti nella convinzione che per

ottenere risultati permanenti, bisogna alimentarsi in maniera qualitativamente e quantitativamente

corretta,cosa che richiede tempo, volontà e costanza, e questo, più di qualsiasi pillola ‘miracolosa’

o dieta ‘fai-da-te’, permetterà a tutti di riappropriarsi della propria vita e della libertà dal DCA!”

A partire da quel fatidico 14 giugno ci fu un’intensa fase di volantinaggio, di sollecitazione, vennero

affisse piramidi alimentari in tutte le scuole, nacquero centri di riabilitazione, tutti cominciarono ad

apprezzarsi per ciò che erano, ad acquistare frutta, verdura e ogni tanto a concedersi un po’ di junk

food. Venne sfatato con il tempo il mito secondo il quale “magro è bello”, perché permeò le menti la

realtà secondo la quale “la bellezza è negli occhi di chi guarda” e che la vita è un dono che non

possiamo essere così egoisti da disprezzare …

“Da due anni a questa parte sono una motivational speaker in questo ambito e ho capito di essere

diversa dalle altre principesse,ecco perché il mio film non fu un successo allora: il mio sogno era un

altro e ora l’ho realizzato.”-concludo.

“E le altre ragazze?”mi chiede un bambino dal pubblico.

“Sconfitto il DCA, stanno lottando contro altri mali”.

 

NICOLETTA SARDO

2ª I, Liceo Scientifico Statale Armando Diaz, Caserta

 

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Il Lancio della 9° edizione di “La scienza narrata”

Caserta 6 febbraio 2015 Teatro Comunale

 

Il liceo “Diaz” porta a CASERTA Piergiorgio Odifreddi

 

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Una scuola che sa farsi ’polo’ scientifico del territorio e che riesce a coniugare scienza e umanesimo è il risultato di anni di lavoro intenso sulla didattica , di una scelta per l’innovazione nel rispetto della’antica tradizione del Diaz. Un progetto non solo di indirizzo per la didattica, ma un management che ha cambiato tutta l’organizzazione, dagli spazi fisici alle risorse umane e, soprattutto, la gestione che , come dicono al liceo, si vede che è frutto di una mente matematica, di un ingegnere che ha saputo ottimizzare ogni risorsa. Un’azione complessiva ispirata a modelli matematici quella del Dirigente Suppa che giorni fa, andando oltre i confini della scuola, nell’apertura del convegno dell’associazione Mathesis ha voluto mandare un messaggio alla politica-

”E’ indispensabile che i nostri governanti, al momento di decidere del nostro paese e dei nostri giovani, si avvalgano, come già accade nel campo scientifico, anche di modelli matematici, oggi sempre più precisi e rigorosi, in grado di simulare e prevedere gli effetti dei provvedimenti relativi, in particolare, al settore economico e finanziario”.

Ed ora per gli alunni del Diaz e per altri alunni delle scuole del territorio, in sinergia con il Comune di Caserta che ha patrocinato l’iniziativa,un altro incontro con la Matematica, un incontro veramente speciale con il prof Piergiorgio Odifreddi che, affiancato dallo sceneggiatore e scrittore Maurizio Braucci, guiderà la platea di giovani alla scoperta delle meraviglie della scienza, come una ‘guida’ in un museo, accompagnerà i ragazzi e tutto il pubblico in un viaggio immaginifico alla scoperta del significato profondo dei numeri, tra matematica e filosofia, letteratura e gioco. «Cos’è il numero che l’uomo può capire? E cos’è l’uomo, che può capire il numero?» Odifreddi affronta le due domande con un approccio più fluido e pratico: invece di provare inutilmente a dirci cos’è il numero in astratto, mostrerà utilmente una serie di numeri in concreto. La sfida sarà poi raccolta da editor, giornalisti e scrittori che saranno chiamati a trasformare insieme ai ragazzi durante laboratori didattici gratuiti questi input in narrazioni letterarie, testimoniando la possibile integrazione tra due saperi, quello scientifico e quello della letteratura.

Nel Teatro Comunale, il 6 febbraio 2015, alle ore 10.00, da Caserta, sarà –così- lanciata la nona edizione de “La scienza narrata – Esperimenti di scrittura creativa”, progetto promosso dal gruppo chimico-farmaceutico Merck che coinvolge tutti gli studenti delle scuole superiori italiane al fine di promuovere tra i giovani la cultura scientifica e li invita a partecipare al concorso nazionale che vedrà i vincitori premiati nel corso della cerimonia del Premio Letterario Merck, prestigioso riconoscimento giunto alla tredicesima edizione che si propone di valorizzare saggi e romanzi tesi a sviluppare il confronto e l’intreccio tra scienza e letteratura. I migliori lavori inoltre saranno raccolti in una pubblicazione. (www.facebook.com/scienzanarrata).

Un’esperienza esaltante nel campo della conoscenza scientifica che si estende alle scuole della città e della provincia grazie all’impegno del preside Suppa e della disponibilità del Sindaco Del Gaudio che, con l’assessore Nicoletta Barbato, ha creduto in questo evento … e così il Diaz porta il grande Oddifreddi a Caserta.

Stefania Modestino

 

 

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